Un Garibaldino al Tufolino Alessio Pizziconi

Raffaello Ricci. Un Garibaldino al Tufolino, a cura del Comitato Camicia Rossa di Raffaello Ricci, Effigi Edizioni, Grosseto, 2016, pp. 62, € 12

Questo volume, che si apre con la prefazione curata dall’avvocato Raffaello Mori Pometti, suo discendente, rappresenta la ricostruzione biografica di una camicia rossa, Raffaello Ricci, nato nella contrada Tufolino (da qui il titolo) del paese di Roccatederighi (Grosseto) il 9 marzo 1841. Proveniente da una famiglia di possidenti locali, Raffaello è il quarto di nove figli. Iscritto alla facoltà di farmacia, piuttosto sensibile ai fermenti risorgimentali nel 1859 abbandona gli studi appena iniziati per arruolarsi volontario nel riorganizzato esercito toscano contro l’Austria. Andrà a combattere per la seconda guerra di indipendenza, per cui sarà decorato per la sua partecipazione come caporale del 33 reggimento di fanteria. Nel 1866 riprese le imprese militari quando da furiere nella Guardia Nazionale fece domanda al Ministero dell’Interno per passare nell’esercito attivo e combattere nella terza guerra di indipendenza. Non sappiamo con quali esiti, ma nel 1867, aderendo all’appello di Garibaldi per la liberazione di Roma, partecipò indossando la camicia rossa alla battaglia di Mentana, per cui gli verrà assegnata dal Municipio di Roma il 17 giugno 1883 la medaglia di benemerito per questa tentata impresa. Oltre che nelle campagne militari Raffaello Ricci servì la Patria come pubblico amministratore: fu infatti sindaco del Comune di Roccastrada per ben 3 mandati a partire dal 1879. Il suo primo mandato si evidenzia per la nascita della locale Società Operaia di Mutuo Soccorso nel 1881, un sodalizio importante per il sostegno materiale e per il progresso sociale delle classi più popolari. La morte di Garibaldi nel 1882 dette luogo a importanti celebrazioni a Roccatederighi promosse dal sindaco e dalla società operaia. Particolarmente turbolento fu il terzo mandato quando il sindaco si trovò a gestire un periodo estremamente agitato con gravi episodi di scontro sociale, che continuarono nell’aprile del 1895 quando nel paese furono inaugurati i medaglioni di Mazzini e Saffi. In seguito alle continue tensioni Raffaello Ricci diede le dimissioni dalla carica di sindaco. Il consiglio comunale deliberò all’unanimità la richiesta al sindaco di rimanere, ma non vi fu nessuna revoca della decisione. Il 21 maggio 1897 morì all’ospedale di Grosseto. Il pronipote di Raffaello Ricci, il già citato avvocato Raffaello Mori Pometti, a seguito di esplicita proposta di un compaesano, nell’aprile 2016 decide di donare alla Comunità di Roccatederighi la Camicia rossa garibaldina, con annessi berretto e medagliere, appartenuta la suo bisnonno. Un grande gesto di alto senso civico. Il volume è inoltre corredato da una accurata appendice di memorie fotografiche relative al garibaldino Raffaello Ricci, un illustre patriota di Roccatederighi che contribuì, in aggiunta alle gesta militari, alla nascita di sodalizi in cui i cittadini di questo paese si riconoscono con impegno ancora oggi.